pignoramento stipendio 2017

Il Pignoramento tecnicamente si chiama Pignoramento presso Terzi perché viene esercitato su un credito vantato dal debitore verso un terzo soggetto. Solitamente si tratta dello stipendio (il terzo soggetto è il Datore di Lavoro) ma possono essere anche una somma disponibile su un conto corrente o titoli depositati in banca.

Nel caso di pignoramento sullo stipendio si tratta di una trattenuta obbligatoria imposta da un Tribunale a seguito di un’azione legale intentata da un creditore.

Il datore di lavoro sarà infatti obbligato per legge a trattenere 1/5 dello stipendio e a versarlo direttamente al creditore finché il debito non sarà completamente saldato. Il creditore non può pignorare più di 1/5 dello stipendio, che viene calcolato sul netto dello stipendio e non sul lordo, ossia tolte le imposte.

Per prima cosa è bene evidenziare come il creditore possa scegliere tra due distinti momenti per richiedere il pignoramento della busta paga del debitore. È infatti possibile fare distinzione tra:

  • Pignoramento antecedente il versamento dello stipendio, caso in cui tale provvedimento dovrà essere notificato sia al lavoratore che al datore di lavoro che dovrà trattenere una certa somma e accreditare quanto dovuto al netto della stessa
  • Pignoramento successivo all’accredito della busta paga sul conto corrente, andando pertanto a notificare l’atto al debitore e all’istituto di credito di riferimento (banca o posta).

Prima di mettere in atto concretamente questa procedura sarà però necessario essere in possesso dell’atto di pignoramento, ovvero un atto legale consegnato dal creditore al pubblico ufficiale giudiziario del tribunale competente che notificherà poi la procedura al lavoratore e, in funzione della modalità scelta, al datore di lavoro o all’istituto di credito.

Entro 10 giorni il datore di lavoro o l’istituto bancario, dovrà comunicare tramite PEC o raccomandata, al creditore, l’ammontare dello stipendio del debitore per valutare concretamente la cifra mensile da pignorare.

Limiti al pignoramento dello stipendio

La busta paga non può essere pignorata per intero, ma per risultare utile a saldare il debito in favore del creditore, ci si potrà rivalere entro alcuni limiti:

  • Nel caso in cui il pignoramento venga preso in carico dall’azienda dove opera il soggetto non potrà essere superiore al 20% della somma netta percepita. Nello specifico, con le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2020, per stipendi fino a 2.500 € la quota pignorabile equivale a 1/10 di quanto percepito, ove compreso tra 2.500 e 5.000 € il limite sarà di 1/7, mentre per quelli superiori ai 5.000 € non si potrà superare 1/5
  • Se il pignoramento dello stipendio venisse fatto per ripagare più creditori, gli stessi verranno soddisfatti nell’ordine di notifica degli atti
  • È fattibile il pignoramento contemporaneo fino a metà dello stipendio percepito ove sussistano specifiche contemporanee cause per imposte, debiti commerciali, alimenti, etc.
  • Ove il pignoramento avvenga presso l’istituto di credito e lo stipendio accreditato in via anteriore alla notifica, ci si potrà rivalere sull’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale. Nel caso in cui lo stipendio sia accreditato in seguito al pignoramento, sull’intera somma nei limiti previsti dal tribunale
  • Variazioni sul limite di pignorabilità della busta paga si avranno anche in funzione del debito da saldare. Per quelli di lavoro, i tributi provinciali e comunali ci si potrà rivalere mensilmente su 1/5 di quanto percepito, nel caso in cui si debbano ripagare alimenti il limite è fissato a 1/3.

I limiti stabiliti dalla legge hanno il solo scopo di assicurare un minimo vitale al debitore per condurre una vita dignitosa.